Cicatrici
“Chissà fino
a quante ferite può contenere un sorriso.” Silvia Garbe
Cicatrici.
Oh, quante cicatrici che aveva quella giovane ragazza.
Nessuno lo
avrebbe detto, vedendola sempre così sorridente e allegra, ma lei nascondeva un
immenso dolore. Un dolore che si poteva considerare ormai passato,
cicatrizzato, ma che rimaneva un ricordo e che faceva male se ci pensava.
Era il
ricordo della sua infanzia e della sua adolescenza, di una vita vissuta senza
vivere per davvero.
Dei bambini,
suoi coetanei che la vedevano come quella strana, quella diversa e si
divertivano a prenderla in giro, anche in modo pesante.
I bambini
sapevano essere cattivi, molto cattivi.
Lei era
sempre stata una bambina diversa. E purtroppo la diversità non era molto
accettata e capita in questo mondo.
L’avevano
presa in giro a parole, ma le avevano anche lanciato dei sassi, le avevano
intimato di sparire.
E lei lo
aveva desiderato tante volte, sparire, per non provare più quel dolore.
Spesso gli
adulti pensavano che i bambini erano esagerati, che facevano semplicemente i capricci.
Pensavano che non conoscessero il dolore, che erano troppo giovani.
Eppure
spesso erano proprio loro, i bambini, quelli che soffrivano di più.
Tutte quelle
prese in giro, quelle risate alle sue spalle, quei sassi, quegli insulti. Tante
cicatrici sul suo cuore.
Quella
ragazza aveva tante cicatrici. Non poteva contarle con le dita delle mani.
Quei bambini
non erano stati gli unici a causargliele.
C’erano
stati anche tanti ragazzi sbagliati, in adolescenza, uno in particolare, che le
aveva spezzato il cuore, che l’aveva distrutta totalmente, annientandola come
persona, facendola sentire cosi inutile, cosi sbagliata.
Le aveva
fatto credere che non avrebbe mai trovato qualcuno che l’amasse davvero, perché
in lei non c’era nulla che potesse farla amare da qualcuno. E lei se ne era
convinta.
Poteva dire
di aver vissuto tutta la vita sotto la pioggia. Non ricordava un solo momento
di felicità nella sua vita. Un raggio di sole, una luce di speranza. Mai.
Forse per
questo era arrivata al punto di farla finita. Era pronta. Non aveva paura.
Voleva solo smettere di sentire tutto quel dolore. Tanto non sarebbe mancata a
nessuno.
Eppure, si
sbagliava. Dio, quanto si sbagliava!
Lei meritava
di vivere, di essere felice, di sentirsi amata e ora, grazie a quel
meraviglioso ragazzo che l’aveva salvata quel giorno, portando il sole nella
sua vita, la luce nel suo cuore e il sorriso sul suo volto, adesso lo sapeva.
Penso che
ognuno nasconda un dolore dentro di sé, uno che forse viene dal periodo più
delicato della propria vita: l’infanzia, o dal più complicato, l’adolescenza. O
viene da esperienze sbagliate in un qualsiasi momento della vita.
Fatto sta
che la maggior parte delle persone nasconde cicatrici. E a volte le nascondono
proprio dietro un enorme sorriso.
Oh, quante cicatrici che aveva quella giovane ragazza
C’era tanto dolore nascosto in lei.
Una ragazza così sorridente e così allegra
Chi avrebbe mai potuto immaginare le ferite che nascondeva nel più profondo
del suo cuore?
Erano ferite del passato
“Eppure se ci penso, a volte, fa ancora male”.
La sua infanzia, la sua adolescenza
Una vita vissuta senza vivere per davvero,
Lei, una bambina diversa, e si sa, la diversità non è molto accettata e
capita in questo mondo.
Le risate dei bambini che la prendevano in giro le sentiva ancora, ogni
tanto, così come il dolore di quei sassi che le lanciavano
I bambini sapevano essere cattivi, molto cattivi.
Le avevano intimato di sparire.
Sparire, sparire, quante volte l’aveva desiderato. Sparire, sparire e
sparisce il dolore.
“Sparisci, Sparisci, Sparisci!”
Parole che suonavano come proiettili.
“Non meriti di vivere. Sei un essere inutile. Nessuno ti vuole,
sparisci!”
Quell’insieme di voci rimbombavano nella sua mente, di tanto in tanto.
Tutte quelle prese in giro, quelle risate alle sue spalle, quei sassi,
quegli insulti. Tante cicatrici sul suo cuore.
Cosi tante che non poteva contarle con le dita delle mani.
Per non parlare delle delusioni d’amore, poi!
Tanti ragazzi sbagliati, uno in particolare, che le aveva spezzato il cuore, che l’aveva distrutta totalmente,
annientandola come persona, facendola sentire cosi inutile, cosi sbagliata.
“Lui mi ha spezzato il cuore, mi ha distrutta, annientata totalmente.”
Le aveva fatto credere che non avrebbe mai trovato qualcuno che l’amasse
davvero, perché in lei non c’era nulla che potesse farla amare da qualcuno. E
lei se ne era convinta.
“Nessuno ti amerà mai. Non sarai mai felice.”
Non ricordava un solo momento di felicità nella sua vita. Nessun raggio
di sole, nessuna luce di speranza. Mai.
Solo pioggia, lacrime, tristezza e desolazione per lei.
Oh, quante lacrime che aveva versato!
Quante volte il suo cuore si era spezzato!
Non voleva più sentirsi in quel modo. Non voleva sentire più nulla
“Sono pronta, adesso. Niente più paura.”
Tanto non sarebbe mancata a
nessuno, si diceva.
Lei non voleva più vivere, ma la vita non voleva lasciarla andare.
“TIC TOC.TIC TOC.TIC TOC.”
E aveva capito il perché, grazie a quel meraviglioso ragazzo che l’aveva
salvata quel giorno, afferrando la sua mano proprio prima che lei precipitasse
nel vuoto.
Lui, che aveva portato il sole nella sua vita, la luce nel suo cuore e il
sorriso sul suo volto e le aveva fatto capire che non doveva rinunciare alla
sua vita, che meritava di viverla e di essere felice.
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